L'albero del castagno cresce bene dai 200 ai 900 m, in collina e in montagna: la Castanea Sativa, questo è il suo nome scientifico, può raggiungere anche i 30 m di altezza ed è una pianta anemocora, impollinata dall'azione del vento.
Per quanto riguarda il terreno, il castagno richiede suoli freschi, profondi e con pH fra 5 e 6; al contrario, è meglio non coltivare questa tipologia di albero da frutto nei terreni calcarei e troppo compatti.
Il castagno cresce molto bene anche nei territori pianeggianti e, nello specifico, in quelli in pendenza che agevolano la raccolta dei frutti.
L'albero necessita di luminosità e di esposizione in pieno sole, in terreni liberi e non ombreggiati.
Il trapianto avviene in genere nel periodo autunnale, prima dei grandi freddi e delle gelate che possono compromettere il raccolto.
La semina del castagno può avvenire in due modi, direttamente dalla semenza o per innesto, da piccoli arbusti già formati che si acquistano nei vivai specializzati in collina e in montagna.
Per quanto concerne la prima opzione, si consiglia di creare delle aiuole e di seminare a una distanza di 10 - 15 cm fra le sementi. Il terreno deve essere sciolto, sarchiato e ricco di sostanze nutritive. Durante lo sviluppo le piantine avranno bisogno di essere irrigate e periodicamente potate: alla fine del terzo anno di età sarà possibile cominciare con gli innesti e mettere a dimora il piccolo arbusto che poi si trasformerà nell'albero adulto.
L'albero del castagno necessita di periodiche irrigazioni, soprattutto durante il periodo estivo e quando le temperature si fanno più sostenute. Per quanto riguarda la concimazione, la pianta ha bisogno di infusi e decotti di fosforo e potassio, due sali minerali fondamentali per il suo corretto sviluppo. Sempre parlando di concimazione, si consiglia di aggiungere compost di letame e stallatico maturi, e di correggere eventuali squilibri del pH con decotti e iniezioni di fosforo di ferro.
La concimazione con letame e sali minerali è utile anche nella prevenzione delle malattie fungine e per contrastare l'attacco da parte di parassiti, insetti, lieviti e piante infestanti.
Gli alberi del castagno vanno potati di frequenza, in modo da mantenere le fronde curate e in ordine, alleggerendo il peso dei rami e facilitando la crescita di nuove infiorescenze.
Le malattie più comuni del castagno sono le patologie fungine come il pericoloso oidio, il cancro della corteccia, la ruggine e il marciume del colletto.
Altri agenti infestanti di questa cultivar sono la carie del legno, il cancro nero, il cosiddetto corineo e il marciume che attacca la polpa dei frutti.
Inoltre, per ottenere un frutteto sano e un ambiente salubre, è importante prestare attenzione al ragnetto rosso, ai vari tipi di afidi, al balanino e alla carpocapsa, tutti insetti dannosi sia per la corteccia sia per i frutti.
Un castagno si riconosce subito per la bellezza delle fronde e per il legno dal colore marrone cioccolato, circondato da foglie caduche, ampie e lussureggianti.
Da questo albero da frutto non si ottengono solamente castagne e marroni, deliziose specialità autunnali, ma anche una pregiata essenza di legno utilizzata per mobili e arredi.
Le foglie del castagno si riconoscono per essere semplici e lanceolate, con un margine leggermente dentato.
Esistono in natura decine di specialità di marroni e castagne, come la cultivar di Viterbo, del Monte Amiata, di Lione e di San Mauro.