Originaria delle regioni a clima temperato del continente europeo, la carota gialla è l'antenata del tutto naturale della versione arancione, oggi più comune. Meno dolce e generalmente più dura, viene utilizzata sia in cucina sia come foraggio negli allevamenti.
I terreni preferiti dalla carota gialla sono profondi, a medio impasto, con ottimo drenaggio e a prevalenza calcareo-argillosa. Per una coltivazione ottimale la sostanza organica deve essere presente in buona parte e devono essere evitati più possibile ristagni d'acqua, che provocherebbero marciumi radicali. Al fine di non incorrere nel fenomeno delle biforcazioni a livello della radice, la parte commestibile dell'ortaggio, meglio non seminare su terreni sassosi. La concimazione richiede un mix di letami, stagionati, pagliosi e freschi. Trattandosi di coltivazione a fittoni, è preferibile non effettuare il trapianto, che al limite deve prevedere un'iniziale semina in vaso grande.
Qualora si disponga di una serra, la coltivazione della carota può avvenire lungo tutto l'anno, cominciando la semina già nei mesi autunnali e proseguendo fino a febbraio. Se invece si sceglie di seminare all'aperto, il periodo dipende dalle condizioni climatiche. Nelle regioni centro-meridionali, infatti, già a fine inverno è possibile procedere alla semina su appezzamenti ben riparati, mentre nelle regioni settentrionali la semina è consigliata nel periodo che va da agosto ad ottobre, avendo cura di coprire la coltura con una pacciamatura consistente. Così facendo gli sbalzi termici non intaccheranno le piante più giovani. Si consiglia di seminare scalarmente almeno ogni due settimane per ottenere carote fresche più a lungo.
Una volta effettuata la semina, è importante procedere a frequenti operazioni di sarchiatura per limitare le erbe infestanti. Altre attività importanti includono la rullatura del terreno e il diradamento, che va iniziato quando le piantine hanno emesso almeno tre o quattro foglie. A seguito del primo diradamento, è possibile distribuire una piccola quota di concime a base di azoto. Pur non essendo particolarmente esigente, la carota è un ortaggio la cui coltivazione richiede pazienza. La raccolta avviene in maniera scalare e dipende da quando si è seminato. Il periodo di coltivazione varia da un minimo di 80 giorni, per le varietà coltivate in inverno, fino a un massimo di 180 giorni, per le colture estive. Dopo la raccolta, manuale o meccanica, che avviene estirpando le radici poco prima che raggiungano il pieno sviluppo, è possibile lasciare le piante e le carote areare al sole. Quest'operazione è fondamentale per le carote che andranno conservate nei mesi freddi: a tale scopo delle cassette con sabbia asciutta aiuteranno a prevenire l'insorgenza di muffe.
Senza dubbio il pericolo più grande per la coltivazione è un parassita noto come mosca della carota, le cui uova vengono deposte generalmente sul colletto. Una volta sviluppatesi le larve, queste iniziano a scavare delle gallerie nelle radici, provocando una veloce marcescenza. Un buon metodo per difendersi dagli effetti nocivi di questo parassita è quello di abbinare la coltivazione a quelle di cipolla e aglio, che agiscono come insetticidi naturali. Altre malattie che possono intaccare questa varietà di carota sono la sclerotinia, che provoca macchie biancastre seguite da annerimenti, e l'alternariosi che spesso presenta marciumi a livello del colletto.
La carota gialla è perfetta quando viene cotta al vapore, un metodo di preparazione che la rende ideale anche per regimi alimentari ipoglicemici. È importante notare, infatti, che rispetto alla versione più comune, questo ortaggio di colore giallo contiene una percentuale di glucosio e di saccarosio decisamente minore. Ecco perché al palato essa risulta meno dolce rispetto al sapore che molti associano alla carota. Può essere gustata come contorno leggero, in insalata oppure conservata sott'aceto, ma non più a lungo di qualche settimana.