Coltivazione che proviene dall'Asia e appartiene alle crucifere, il cavolo rapa si distingue da molti altri esemplari della stessa famiglia. Anche se si possono consumare le foglie, è la testa bianca, caratterizzata dalla forma sferica, a essere più apprezzata in cucina.
Anche se predilige climi temperati e un'esposizione solare media, il cavolo rapa è un ortaggio piuttosto tollerante. È importante evitare i ristagni d'acqua e fare in modo che il terreno sia ben drenato. Inoltre, è fondamentale evitare l'eccessiva compattazione delle zolle, che potrebbe portare a un ingrossamento della testa. Ecco dunque che, soprattutto se il terreno è a base argillosa, diventa cruciale procedere a una frequente zappettatura, che scioglie la terra e argina la formazione di croste. La soluzione migliore in assoluto è quella di impostare la coltura su baulature, strutture che evitano la formazione di ristagni.
Il cavolo rapa può essere seminato in pieno campo oppure in vaso, per poi procedere al trapianto. Il seme può essere piantato verso la fine dell'inverno fino a metà aprile, per coltivazioni primaverili, oppure verso settembre-ottobre, per una coltura che avviene nei mesi autunnali. Quando viene avviato in semenzaio, il cavolo rapa può essere trapiantato dopo un mese e mezzo dalla semina. Nel piantumare è importante che tra le piante di cavolo rapa vi siano almeno 40 cm, così da permettere lo sviluppo del fusto.
Ideale per una consociazione con lattuga e finocchio, il cavolo rapa è un ortaggio relativamente semplice di cui prendersi cura. Durante la coltivazione, tuttavia, è necessario prestare attenzione ad alcuni aspetti fondamentali. Questa varietà teme la siccità, in quanto le carenze idriche potrebbero provocare delle crepe nella sua struttura. Al contempo, però, anche un eccesso d'acqua può risultare controproducente. Si può ricorrere alla tecnica della pacciamatura per ridurre le irrigazioni e contrastare le erbacce, che devono essere tenute sotto controllo, poiché potrebbero sottrarre nutrienti importanti e soffocare lo sviluppo. Per favorire l'aerazione e prevenire l'eccessiva compattazione del terreno, può risultare utile procedere a sarchiature, che sciolgono il terreno attorno alla pianta. La raccolta di questa verdura è a scalare e può durare svariati mesi, in base alle varietà. Per comprendere quando raccogliere l'ortaggio, si dovrà verificare che il rigonfiamento del fusto abbia raggiunto una misura ottimale.
Una delle problematiche più comuni che possono verificarsi durante la coltivazione del cavolo è la cosiddetta malattia dell'ernia, che potrebbe svilupparsi nel caso in cui si verifichi un eccesso di umidità. Nell'irrigare questa verdura, è meglio procedere con molta moderazione, per fare in modo che il terreno risulti ben inumidito ma mai eccessivamente bagnato. Ciò consente anche di prevenire eventuali formazioni di ruggine bianca. Il cavolo rapa, inoltre, è soggetto all'attacco di parassiti, quali la cavolaia, una farfalla comune le cui larve rodono le foglie, ma anche la pulce di terra e il maggiolino.
Grazie alle sue ottime proprietà nutrizionali, il cavolo rapa è indicato per una dieta sana. Nonostante venga consumata per lo più la parte centrale del fusto, le foglie sono molto ricche di minerali e possono essere utilizzate in cucina. Quest'ortaggio si presta a essere mangiato sia crudo che cotto, a patto di pulirlo con accuratezza. È ottimo, ad esempio, come contorno preparato in insalata, magari assieme a ingredienti insoliti, quali mele e noci, oppure preparato in carpaccio, per un piatto originale. Può essere lasciato fermentare per una conservazione più lunga.