Il giuggiolo

Il giuggiolo

Il giuggiolo (Ziziphus jujuba) è un albero della famiglia delle Rhamnaceae dai cui frutti somiglianti a olive carnose di colore rosso-bruno si ricava un liquore che, per il suo sapore dolcissimo e inebriante, è diventato sinonimo di uno stato di felicità avvolgente: il brodo di giuggiole.

Terreno ed esposizione

L'albero del giuggiolo non ha particolari esigenze in fatto di terreno, infatti, pur preferendo suoli leggeri e non umidi, si adatta bene anche ai terreni calcarei e poveri di sostanza organica, a patto che non siano troppo argillosi.

La posizione ideale per questa pianta è in pieno sole. Per quanto riguarda la concimazione, è suggerito l'utilizzo di letame animale maturo oppure azotato. Il giuggiolo cresce bene in aree a clima temperato e, grazie al suo apparato radicale molto sviluppato, resiste bene a condizioni di forte aridità. Il periodo più adatto per il trapianto è la fine dell'inverno.

Piantumazione

La piantumazione del giuggiolo può essere effettuata sia in vaso (a patto di porre la pianta in contenitori profondi almeno 40 cm) che in campo, mantenendo tra le piante una distanza compresa tra i 3 e i 5 metri. Prima di trasferire il giuggiolo nella sua nuova dimora, si consiglia di mescolare al terreno dello stallatico maturo o del concime granulare a lenta cessione.

In caso di semina, si raccomanda di distanziare i semi tra di loro di 3-4 volte il loro diametro. Inoltre, per agevolare l'ingresso dell'umidità all'interno del seme, tendenzialmente restio a germogliare, si consiglia di tagliare la punta.

Concimazione

Il giuggiolo è una pianta rustica che si adatta a condizioni difficili e non richiede cure colturali particolari. Di solito si mantiene in forma naturale e si pota solo per eliminare i polloni in eccesso e i rami secchi o danneggiati.
Sebbene il giuggiolo sia una specie resistente alla siccità, nei primi anni di coltivazione, per favorire l'entrata in produzione, è bene annaffiarlo con un impianto di irrigazione a goccia, che distribuisce l'acqua in modo lento e senza sprechi.
Per assicurare una buona fruttificazione, è bene somministrare del concime organico ogni due anni. Il giuggiolo è resistente alle malattie, ma non è del tutto esente da attacchi parassitari e fungini. Bisogna quindi cercare di mantenere la pianta nelle migliori condizioni possibili, avendo l'accortezza di irrorarla in via preventiva con un decotto di equiseto oppure con bicarbonato di sodio disciolto in acqua.
La raccolta avviene nei mesi di settembre e ottobre, quando i frutti sono completamente maturi, eliminando quelli avariati e il picciolo.

Malattie

Di solito il giuggiolo resiste bene all'attacco di parassiti o di malattie, ma nelle aree mediterranee può essere colpito dalla mosca della frutta specifica di questa pianta, ovvero la Ceratitis capitata, che conviene contrastare posizionando delle trappole a feromoni per catturare l'adulto prima che deponga le uova.
Inoltre, in condizioni ambientali caldo-umide, la pianta può essere colpita da antracnosi, malattia fungina che provoca macchie grigio-brune su tutti gli organi della pianta e deperimento. Molto frequente è anche la ruggine, che si riconosce per la presenza sulle foglie di pustole di color bruno-rossiccio.

Peculiarità

I frutti del giuggiolo sono simili a olive con la polpa giallognola e un unico seme all'interno. Se raccolti quando sono ancora verdi, hanno un gusto che ricorda quello della mela, ma con il procedere della maturazione assumono la tipica colorazione marrone e diventano rugosi e con un gusto dolciastro, come i datteri. Vengono consumati freschi o secchi, oppure trasformati in marmellate.
In Occidente, le giuggiole sono annoverate tra i frutti minori, ma in Cina queste piccole drupe sono ampiamente utilizzate, tanto da essersi meritate il nome di datteri cinesi.