Questo ortaggio cresce bene in quasi tutta la nostra penisola: è tra i più rustici e predilige un clima dolce, dove non si raggiungano mai temperature troppo elevate. La tessitura del terreno è invece importantissima: deve essere sciolto, ben drenato e ricco di calcio (che va eventualmente integrato). Ideali sono i suoli sabbiosi in pianura, anche se poveri. La aspargiaia si prepara alla fine dell’estate lavorando in profondità l’appezzamento e inglobando circa 3 kg di ammendante organico al mq.
Le fosse si preparano a novembre e devono essere profonde da 15 a 30 cm e larghe da 45 a 80 (la disposizione classica è a file semplici, ma si può usare anche quella binata).
Per l’impianto si usano zampe di un anno mettendole a dimora da febbraio ad aprile.
Durante il primo anno non ci sarà raccolto: i turrioni devono crescere e andare tranquillamente a fiore per poi fruttificare. Il secondo anno si può cominciare a raccogliere qualche asparago, ma la aspargiaia diventerà davvero produttiva solo dal terzo anno.
La maturazione dell’appezzamento avviene gradualmente: buoni raccolti si avranno fino al sesto anno per poi raggiungere il picco al decimo. Dal dodicesimo comincerà il declino: raramente la produzione continua ad essere soddisfacente dopo il quindicesimo. A quel punto si consiglia di cambiare coltura per almeno 7-8 anni. Questo avvicendamento è fondamentale per evitare il mal vinato e infestazioni massicce di mosca dell’asparago, capace di rovinare completamente il raccolto (oltre indebolire in generale le piante).
Le varietà a disposizione sono moltissime e si distinguono per le diverse predisposizioni al clima, epoca di maturazione e colorazione. Le colorazioni essenzialmente sono verde e viola. Gli asparagi bianchi si ottengono facendo sviluppare il turrione completamente sottoterra. La consistenza risulterà più croccante e il sapore più delicato. É una tecnica nata nelle zone montane per evitare danni da gelate tardive.