Scalogno

Caratteristiche

Lo scalogno è simile alla cipolla e all'aglio, ma più delicato e molto più digeribile: con il suo gusto delicato insaporisce tante ricette della cucina italiana. Si seminano i bulbi in autunno, oppure tra febbraio e marzo: il raccolto avviene verso giugno e luglio, quando le foglie della pianta iniziano a seccarsi. La pianta preferisce un terriccio sabbioso, ma si può coltivare anche nelle zone argillose: si adatta al freddo ed è molto resistente alle malattie. In sintesi, è un bulbo rustico facile da coltivare anche per i meno esperti.

Terreno e Concimazione

Lo scalogno preferisce un terriccio sciolto, ben drenato, meglio se sabbioso: è molto importante dissodare con cura il terreno e rimuovere qualsiasi resto di colture precedenti. Dopo una vangatura efficace si concima il suolo con letame maturo, evitando lo stallatico pellettato che potrebbe seccare il terriccio.
Un buon concime organico e del tutto bio è l'humus di lombrico.
Oltre al trapianto dei bulbi in campo aperto, lo scalogno si presta anche a essere coltivato in vaso, predisponendo della ghiaia o uno strato di argilla sul fondo che permetta all'acqua in eccesso di defluire e non provocare ristagni.

Piantumazione

I bulbi di scalogno si piantano tra febbraio e marzo, ricordandosi di mantenere una distanza di 30 cm tra le piante e di almeno 1 metro tra le file parallele del raccolto. Vanno interrati a testa in sù e rivolti verso il sole: come si intuisce, dello scalogno non si piantano le sementi ma i bulbi già formati che si riproducono per via vegetativa ogni anno. Per quanto riguarda il periodo migliore del trapianto in campo aperto, o in vaso, si può optare anche per ottobre e novembre, se si desidera un raccolto precoce: mai in inverno perché è quasi impossibile lavorare il terreno ghiacciato.

Coltivazione

Lo scalogno non si pianta tramite sementi ma attraverso i bulbi già formati che vengono interrati in campo aperto e concimati con un compost piuttosto leggero di letame maturo, humus di bruchi e foglie e femminelle di pomodoro.
Per quanto riguarda le cure, è fondamentale vangare, dissodare e sarchiare il terreno per prevenire la formazione di erbacce e ristagni infestanti.
Lo scalogno, rispetto alle cipolle, teme meno i parassiti perché è dotato di un cespo più sviluppato dei ciuffetti delle altre liliacee: per questo motivo si può evitare la pacciamatura ed effettuare un semplice controllo periodico delle malerbe.
Un altro trattamento da compiere è sarchiare di frequente tra le file parallele dell'orto, in modo da eliminare le erbacce e smuovere il terriccio per renderlo morbido, soffice e ossigenato.
Per questa operazione si può usare uno strumento chiamato frangizolle, munito di coltello o lama.

Malattie

Lo scalogno è una pianta rustica e resistente, molto facile da coltivare anche dai meno esperti, ma nonostante questo carattere forte teme la peronospora, la famigerata virosi che colpisce verso aprile e causa il marciume del bulbo.
La minaccia si può arginare tramite l'uso di concime di rame.
Altre virosi fastidiose sono l'oidio, chiamato anche mal bianco o albugine: per scongiurarne la formazione è bene usare sempre strumenti affilati puliti e disinfettati prima di ogni operazione di vangatura o di potatura.

Peculiarità

In cucina lo scalogno si utilizza come la cipolla ma ha un gusto meno acre e meno aromatico, più delicato.
Inoltre, è più digeribile dell'aglio.
È ottimo per la preparazione di soffritti e all'interno dei risotti: si taglia a fettine sottili proprio come la cipolla, ma è meno irritante.
Lo scalogno è perfetto per insaporire qualsiasi tipo di piatto regionale e nelle preparazioni lunghe come brasati di carne, stufati, ragù alla bolognese, fegato alla veneziana.
Dopo il raccolto si può conservare in frigorifero o in dispensa, in un luogo fresco e asciutto.