Il carciofo violetto

Caratteristiche del carciofo violetto

Splendida variante del carciofo, di quest'ortaggio caratterizzato dal colore intrigante tendente alle sfumature violacee esistono diverse varietà, distribuite lungo la penisola, da quella famosa di Sant'Erasmo a Venezia, fino a quella siciliana.

Terreno e concimazione del carciofo violetto

Per quanto riguarda il terreno e il clima, questa varietà risulta particolarmente adattabile, come testimonia del resto la sua presenza su tutto il territorio italiano. Resiste mediamente al freddo, ma teme gli sbalzi estremi. Preferisce terreni ricchi di sostanza organica e a medio impasto, sui quali garantisce ottimi risultati. Le concimazioni vanno effettuate con parsimonia fino alla comparsa del capolino. Rispetto alla variante più conosciuta, in questo caso l'epoca di trapianto può essere leggermente anticipata già verso metà luglio e non oltre settembre.

Piantumazione del carciofo violetto

Essendo una pianta perenne, il carciofo non deve essere seminato ogni anno, poiché la carciofaia si protrae a lungo quando si scelgono alcuni tipi di impianto. La piantumazione, infatti, comprende tre modalità diverse. La semina può iniziare già a febbraio se avviene in ambiente protetto, mentre se effettuata direttamente con dimora in campo meglio attendere aprile o maggio, oppure da metà settembre a fine ottobre. In alternativa, la piantumazione può avvenire per riproduzione da polloni, ovvero i germogli alla base dalla pianta, avendo cura di selezionarne una sezione con radici.

Coltivazione del carciofo violetto

La coltivazione di carciofi può durare anche molti anni, ad ogni modo i risultati migliori si ottengono in un periodo di circa quattro o cinque anni. Il fabbisogno idrico di questa pianta è piuttosto elevato, quindi si dovranno prevedere irrigazioni con cadenza regolare e abbondante, in particolar modo nei mesi estivi, facendo sempre attenzione a evitare un eccesso per non causare il marciume radicale. Ad ogni modo, nel caso di questa varietà specifica si può proseguire con le irrigazioni fino a tarda primavera. La potatura riveste un ruolo importante nella coltivazione. Dopo il primo anno di età, è fondamentale eliminare i carducci in eccedenza, avendo cura di lasciarne massimo tre per pianta. Questa operazione va fatta a fine inverno e all'inizio dell'autunno. Anche la dicioccatura, da eseguire in estate, è fondamentale per eliminare gli steli che producono capolini. Il periodo adatto per la raccolta ovviamente è in funzione della varietà: in questo caso i mesi indicati sono quelli primaverili, specialmente se le coltivazioni avvengono al Centro-Nord.

Malattie del carciofo violetto

Tra le malattie più gravi che possono colpire l'ortaggio si trova anzitutto la peronospora, causata dal medesimo agente batterico che attacca la lattuga. I sintomi includono macchie gialle rotondeggianti con corrispondente muffa di colore biancastro sulla pagina inferiore delle foglie. La più grave delle patologie che interessa questo ortaggio è certamente la tracheoverticillosi, che produce un ingiallimento e avvizzimento della pianta, nonché un annerimento nel fusto. Altre malattie che possono inficiare la pianta includono la virosi, che provoca arricciamento delle foglie, botrite, la tipica muffa grigia, e infine il marciume batterico, dovuto a eccessiva umidità.

Peculiarità del carciofo violetto

Di carciofo violetto esistono diverse varietà, tra cui quella siciliana e quella toscana, ma la più nota è quella di Sant'Erasmo, caratterizzata per la carnosità delle sue foglie e deliziosa da gustare fritta in pastella. In alternativa, questo ortaggio dalla forma affusolata può esprimersi al meglio se gustato crudo, una specialità che in veneziano è nota con il termine "castraure". Un'altra variante è quella dei carciofi con il garbo: gli ortaggi vengono soffritti su un letto di olio, aglio e cipolla, lasciati stufare gentilmente in un tegame coperto e infine sfumati con aceto o limone al termine della cottura.