Carciofi

I carciofi

I carciofi sono uno degli ortaggi più apprezzati nel periodo invernale. Gustosi, salutari e anche belli, non dovrebbero mancare nei nostri appezzamenti.  Chi non lo avesse mai fatto si chiederà: come coltivare i carciofi? Innanzitutto, contrariamente a quanto si creda, il Cynara scolymus si adatta molto bene a diversi tipi di terreno anche se ha una spiccata predilezione per quelli siliceo-argilloso-calcarei.  Devono avere poi una buona dotazione di materia organica e, allo stesso tempo, garantire un ottimo drenaggio delle acque (perché sono molto sensibili ai marciumi radicali, specialmente durante a stagione fredda). Irrigazioni eccessive sono poi la causa di un esagerato sviluppo vegetativo a discapito della produzione di capolini.
Coltivare i carciofi può essere fatto ovunque in Italia, anche se è una pianta che apprezza particolarmente i climi miti, specialmente in inverno, e comunque caldi e asciutti. Per questo si trova in coltivazioni estensive soprattutto lungo le coste, in Sardegna e nelle regioni centrali. Altrove è meglio scegliere con oculatezza la posizione: per esempio nelle zone collinari bisogna optare per un versante ben esposto, possibilmente nella parte alta: in questo modo garantiremo calore e giusto drenaggio. Essendo sensibili alle brinate possiamo predisporre delle serre, dei piccoli tunnel o, nei casi meno gravi, coprire le piante con del tessuto non tessuto, almeno durante le ore notturne.
Per i carciofi una fase fondamentale della coltivazione è la preparazione della parcella dove andranno inseriti. Sono infatti dei grandi consumatori di azoto, fosforo e potassio. Bisogna cominciare già ad inizio estate per arrivare al massimo ai primi di settembre. Si deve lavorare in profondità (almeno 50 cm) inglobando compost, stallatico o, meglio ancora, cornunghia. Un ottimo aiuto può venire anche da concimi di sintesi ternari che forniscano anche azoto a lenta cessione.
Le irrigazioni devono essere frequenti: predisponiamo da subito dei solchi o dei tubi gocciolanti. Fondamentale è assicurarsi che l’apporto idrico sia disponibile dall’impianto alla raccolta.
 

Coltivazione dei carciofi

Ed ecco alcuni suggerimenti su come coltivare i carciofi nell’orto.
A seconda delle varietà scelte e del nostro clima la messa a dimora si effettua in estate o ad inizio autunno.  Se siamo neofiti possiamo acquistare le piantine, diversamente possiamo procedere prelevando da quelli delle annate precedenti i cosiddetti “carducci” o “ovuli”: in pratica si tratta di polloni presenti alla base delle piante: dei rizomi provvisti di radici e di getti.
Questi, dopo aver lavorato con attenzione l’area, devono essere inseriti in buchette profonde circa 20 cm e larghe 30, con aggiunta anche di letame non troppo maturo. La terra va poi compressa molto bene. Il getto (occhio) del carduccio deve essere a livello del suolo: inseriamone almeno tre per buchetta: se dovessero attecchirne di più eliminiamo poi i meno vigorosi.
Il prelievo dei carducci dalle pianta adulte va fatto in ogni caso, anche se non abbiamo intenzione di impiantare una nuova carciofaia: aiuta a mantenere le piante più robuste e produttive, senza che investano energie nei getti laterali.
Il sesto d’impianto è molto variabile: dipende soprattutto dalla cultivar. La distanza tra le file e sulla fila può andare dai 70 ai 130 cm. Una volta attecchiti è bene rincalzarli e creare una spessa pacciamatura di compost o letame maturo.
Se si vuole avviare una coltivazione di carciofi in piena terra bisogna sapere che una carciofaia può rimanere sullo stesso terreno anche fino a 7-8 anni anche se il massimo della resa si avrà il terzo o quarto anno dall’impianto. Per sfruttare meglio gli appezzamenti possiamo allora inserirli tra filari di fruttiferi e consociarli, nei periodi in cui non sono produttivi, con ortaggi quali lattuga, porri, ravanelli, piselli e fagioli (che tra l’altro arricchiscono il terreno di azoto).
Le avversità maggiori sono le lumache (quando sono giovani), i maggiolini e gli afidi. Questi portano arricciamento fogliare e trasmettono virosi: combattiamoli con piretrine o piretroidi. Possono essere utili anche contro la nottua del carciofo: ottimo è anche il bacillus thuringiensis, ma solo se si riesce a colpire direttamente la larva. Tra le crittogame segnaliamo anche oidio e sclerotinia.
La raccolta del carciofo è scalare: ha inizio ad ottobre per le varietà precoci, mentre le tardive possono essere disponibili fresche fino a giugno inoltrato.
La scelta varietale è molto ampia. Come sempre consigliamo di scegliere cultivar utilizzate sul nostro territorio: sono quelle che hanno dimostrato di essere più adatte alle nostre caratteristiche pedoclimatiche. Tra le più note segnaliamo il Violetto di Chioggia, il Romanesco, lo spinoso di Liguria, il Bianco tarantino e il Verde spinoso di Palermo.  Oltre al gusto e alla adattabilità al contesto un importante criterio di scelta è la presenza di spine che, spesso, non sono gradite e rendono la preparazione delle pietanze più difficile.