Il broccolo è un ortaggio che può essere coltivato quasi in ogni periodo dell’anno, anche all’aperto. Infatti è molto tollerante nei confronti del clima e, in più, le numerose varietà consentono una semina e una raccolta scalare da marzo fino a dicembre. Sono invece un po’ più esigenti per quanto riguarda il terreno: predilige i suoli profondi, ricchi di sostanza organica e ben drenati. È perfetto quando il pH è alcalino, mentre bisognerà intervenire se dovesse essere acido.
È bene preparare l’appezzamento in anticipo, possibilmente in autunno, applicando una vangatura doppia o arando. Contemporaneamente ingloberemo una grande quantità (30 kg/mq) di sostanza organica sia per arricchire il terreno di macroelementi sia per migliorarne la tessitura favorendo la capacità di trattenere l’umidità. Le annaffiature devono essere abbondanti: il substrato non deve mai asciugare completamente, anche se dobbiamo evitare i ristagni idrici.
La semina si effettua da gennaio a ottobre direttamente a dimora o in vassoi alveolari. Il trapianto avviene circa 5-6 settimane dopo. La distanza deve essere sulla fila circa 50 cm e 60 tra le file.
La raccolta si ha da 75 giorni a 150 giorni dopo il trapianto, a seconda della varietà e del periodo. Le infiorescenze devono essere ben sviluppate, ma molto compatte. Il broccolo ha un’ottima conservabilità: rimane fresco anche per 2-3 mesi, se tenuto in frigo a basse temperature.
La coltivazione è resa più difficile dalle tante avversità: innanzitutto da crittogame quali la peronospora, l’ernia del cavolo e l’alterniosi. Si evitano con i giusti avvicendamenti e consociazioni. Tra i parassiti segnaliamo la cavolaia da tenere sotto controllo con piretrine o bacillus thuringiensis. Un grosso problema può essere la carenza di boro: usiamo integratori appositi.