Le melanzane non possono mancare nell’orto famigliare: sono l’ortaggio estivo per eccellenza. La pianta per dare il meglio di sé richiede climi caldi e una coltivazione attenta che non faccia mancare una buona esposizione, irrigazioni regolari e un terreno di medio impasto, ricco di sostanza organica e di tutti i macro e microelementi, in particolare con una buona dotazione di potassio.
La coltivazione delle melanzane inizia con la semina. Nelle regioni meridionali (o in serra) si può procedere, seminando in alveoli o in vasetti di torba, già all’inizio di marzo; altrove bisognerà attendere che le temperature minime rimangano sopra i 10 °C e in media si assestino sui 18. La germinazione avviene più velocemente se i semi sono tenuti per una decina di giorni tra due panni umidi. Il trapianto in pieno campo (o in un vaso di grandi dimensioni per chi volesse tenerle sul balcone) si può fare quando abbiano prodotto la seconda coppia di foglie vere.
Fondamentale è vangare la parcella almeno un mese prima della messa a dimora inglobando grandi quantità di ammendanti organici anche freschi(40 kg di compost al mq) e concimi ternari con ottima dotazione di fosforo e potassio. Come sempre ricordiamoci di evitare di inserirle dove abbiamo coltivato nelle annate precedenti altre solanacee (per esempio pomodori, peperoni, patate o già melanzane): ridurremo significativamente l’impatto di parassiti e affezioni fungine radicali.
Questo ortaggio si consocia bene con insalate, finocchi, cavoli ed erbe aromatiche. Trae giovamento dalla vicinanza con i tagete che contribuiscono a ridurre i nematodi presenti nel substrato oltre ad attirare gli insetti impollinatori.
Nelle fasi iniziali la coltura della melanzana richiede poi che si proceda a periodici rincalzi e a diverse cimature per ottenere piante ben accestite. In pratica avremo una maggiore produzione di fiori su esemplari più robusti. Non dimentichiamoci però di predisporre dei tutori solidi già dalle prime fasi: non è raro che temporali o forte vento rompano lo stelo principale compromettendo totalmente la pianta o ritardando notevolmente la produzione.
Dalla fioritura alla raccolta
Una volta che gli esemplari hanno raggiunto buone dimensioni dovremo monitorarne attentamente la crescita. Innanzitutto per coltivare le melanzane bisogna avere a disposizione buoni quantitativi di acqua. Già dalla messa a dimora bisogna abbondare: il terreno deve sempre essere umido, ma evitiamo i ristagni. La fase da non sottovalutare è l’allegagione: solo un regolare apporto di acqua porterà ad ortaggi di ottime dimensioni e di buon sapore. Per migliorarne ulteriormente le qualità organolettiche possiamo tornare ad apportare potassio a metà ciclo o irrigare regolarmente con macerato di ortica.
Questa aiuta anche a contrastare le numerose patologie che possono colpire la melanzana. Bisogna prestare attenzione alla botrite e ai marciumi basali legati a terreni troppo pesanti e alle irrigazioni sbagliate. Ricordiamoci sempre di irrigare senza bagnare le foglie: l’ideale è approntare un impianto sotterraneo prima della messa a dimora (risparmieremo anche molta acqua). In alternativa creiamo dei solchi accanto alla coltura dove farla scorrere: arriverà alle radici, ma non comprometterà il colletto.
Come fitofagi segnaliamo la dorifora, gli afidi, il ragnetto rosso e le cimici. Più legati alla coltura in serra sono tripidi e aleurodidi. Questi ambienti, con alta umidità ambientale e scarso ricambio d’aria, favoriscono anche l’alternariosi, cioè macchie necrotiche su foglie e frutti.
La raccolta si fa prima della maturazione completa: la polpa deve essere ben soda e i semi solo abbozzati. Di solito si ottengono fino a 30 kg ogni 10 mq, ma molto dipende dalla varietà. Alcune interessanti sono: la Race Winner, precoce, cilindrica e viola scuro; la Violetta di Firenze con fiori ovoidali viola pallido; la violetta di Napoli, allungata viola scuro. Tra le ibride segnaliamo l’Asmara, la Bonica e la Black Beauty.
La pianta della melanzana può essere coltivata con soddisfazione anche sul balcone. È un ortaggio che occupa molto spazio, ma usando un grande contenitore non mancherà di darci un buon raccolto. Un’ottima idea potrebbe essere optare per una varietà anche decorativa come la ‘Slim Jim’. In alternativa anche quelle a buccia bianca, più difficili da trovare nei supermercati e senza dubbio curiose.
Il balcone deve essere molto ben esposto; il vaso deve essere largo e profondo almeno 40 cm riempito con substrato molto ricco (se possibile almeno metà terra di campo). Inseriamo da subito un tutore di legno o di ferro alto almeno 50 cm e, tramite diverse cimature, evitiamo che la pianta superi i 45 cm di altezza, togliendo anche i germogli ascellari. Irrighiamo frequentemente (aggiungendo anche concime liquido), ma evitiamo ristagni: i sottovasi causano spesso l’insorgenza di marciumi irreversibili.
Monitoriamo attentamente dai parassiti e, di tanto in tanto, effettuiamo un trattamento con dei rameici.