Il radicchio di Treviso tardivo

Caratteristiche del radicchio di Treviso tardivo

Il radicchio di Treviso tardivo è un ortaggio a Indicazione Geografica Protetta (IGP), del gruppo delle Asteraceae. Quando è maturo, il suo apparato fogliare rimane poco esteso e diventa di colore rosso, mentre la nervatura centrale risulta bianca.

Terreno e concimazione del radicchio di Treviso tardivo

Analogamente ad altre varietà di cicoria, il radicchio di Treviso tardivo richiede un suolo leggermente acido, refrattario ai ristagni, un clima mite e un'altitudine che non vada oltre i 1200 m. Pur sopportando bassi valori di temperatura, al di sotto di -5°C avviene un blocco nella crescita, con un arresto della produzione.
I terreni migliori sono quelli con una buona percentuale di azoto. Compost di ottima qualità, humus di lombrico e stallatico, da utilizzare prima e durante la fase di semina o di trapianto, sono tra i fertilizzanti più efficaci per dare alle piante il giusto apporto nutritivo.

Piantumazione del radicchio di Treviso tardivo

La piantumazione va fatta in campo aperto, seguendo una disposizione a quinconce e mantenendo una distanza di circa 30 cm fra una piantina e l'altra.
Quella per seme si effettua solo nel mese di luglio, in un terreno drenante e privo di ostacoli che potrebbero comprometterne lo sviluppo, come ghiaia e ciottoli.
La piantumazione per pianta, invece, va eseguita dalla seconda metà di luglio al 31 agosto di ogni anno, previo trapianto di un esemplare alto almeno 6-8 cm, insieme alla sua radice.
In entrambi i casi, la procedura deve attenersi alle ferree regole del Disciplinare, che definisce in modo preciso le tempistiche.

Coltivazione del radicchio di Treviso tardivo

Costanza e regolarità nelle cure sono basilari per trarre il meglio da questa varietà di radicchio, che richiede una costante frequenza di irrigazione e una luce non troppo intensa.
È importante, inoltre, rimuovere tutte le erbe infestanti intorno alle piantine, per garantire un'adeguata ventilazione del terreno e contrastare l'azione di roditori, insetti e parassiti di vario genere.
Come da Disciplinare, la raccolta può iniziare il primo giorno di novembre o, in seguito a questa data, dopo le prime due brinate.
I cespi vengono estratti con la radice, ripuliti da tutte le foglie marce e sottoposti ad imbianchimento (detto anche "forzatura") per una ventina di giorni.
Tale operazione, eseguita in vasche d'acqua mantenute a livello costante e a ricambio continuo, è indispensabile per permettere al cuore dell'ortaggio di rivegetare. Seguono toelettatura e lavaggio, fino a ottenere il prodotto finito

Malattie del radicchio di Treviso tardivo

Le agrotidi (conosciuti anche come "nottue") rappresentano un pericolo per il radicchio di Treviso tardivo: la produzione di larve nel fogliame è arginabile con supplementazioni di Bacillus Thuringiensis.
Anche gli afidi costituiscono un'insidia: si combattono con applicazioni di piretro ai primi segnali di infestazione, da ripetere nel tempo.
Altri problemi comuni sono i marciumi su radici e foglie, dovuti a Erwinia Carotovora e Sclerotinia, da prevenire evitando gli eccessi idrici.
Da non dimenticare l'oidio, da trattare con lo zolfo, e gli attacchi di lumache, talpe e topi, per i quali è necessario intervenire con trappole eco-compatibili.

Peculiarità del radicchio di Treviso tardivo

Il sapore agrodolce di questa cicoria si presta ad abbinamenti insoliti e originali, oltre a conferire ai piatti una piacevole nota di colore.
L'utilizzo in cucina spazia dall'antipasto al dessert, tanto da trovare impiego in risotti, contorni per accompagnare pietanze a base di carne e dolci da forno della tradizione trevigiana.
L'ortaggio è perfetto anche per la preparazione di conserve che esaltano il suo gusto lievemente pungente. I cespi riescono a mantenere turgore e consistenza per 4-5 giorni in frigorifero, riposti in buste di carta nel ripiano più basso.