I “radicchi” sono a tutti gli effetti delle varietà di cicoria a cespo. Le più comuni si coltivano per le foglie, ma alcune sono invece state selezionate per le radici (come il radicchio di Soncino).
Sono tutte molto tolleranti per quanto riguarda il clima: estremamente resistenti alle basse temperature e alla siccità, possono essere coltivate con successo in tutta la nostra penisola. Anche per quanto riguarda il terreno sono molto adattabili: riescono bene in tutti ad eccezione di quelli molto compatti e argillosi o ciottolosi. Le lavorazioni devono essere profonde per facilitare la crescita della grossa radice fittonante e aiutare nell’approvvigionamento idrico. Se si effettua la semina in loco (in giugno-luglio) la superficie deve essere affinata perché i semi sono minuscoli.
Le concimazioni organiche sono gradite, ma il prodotto deve essere ben decomposto. Si consiglia quindi di interrarlo in concomitanza con le coltivazioni precedenti. Saranno sufficienti dai 2 ai 4 quintali ogni 100 mq. Bisognerà poi procedere con le normali cure colturali, quindi irrigazioni abbondanti nelle prime fasi di sviluppo e sarchiatura per eliminare le infestanti.
Alcune varietà richiedono l’imbianchimento: vanno estirpate a novembre, pulite, private della radice e poste in verticale in cassoni, coperte con sabbia e terriccio umidi e infine paglia. Dopo una settimana saranno chiare, dolci e croccanti. Altre, specialmente le rosse, si interrano o si coprono con un telo da pacciamatura.
La raccolta si ha da novembre a marzo. Tra le avversità segnaliamo gli insetti terricoli, i gasteropodi, la peronospora, l’oidio e la muffa grigia.